- Sì, sì, forse lo ha detto, continuò Bar Abbas. Io lo conosco; quel giovine è sempre stato misantropo e poco rispettoso verso i suoi parenti. Gli è per questo che io non ci feci attenzione, ed ostinato nel mio progetto di metterlo a parte delle nostre idee, gli insinuai a voce bassa una parola, domandandogli di unirsi a noi per liberare Israele dalla contaminazione dei Gentili. Ah sì! egli continuava sempre a gridare: Va....
- Indietro, infame, indietro, ripetè Justus.
- Poichè ti sta tanto a cuore, sia pure, aggiunse Bar Abbas. Allora siamo usciti dal Tempio per la porta Dorata, ed eccoci un po' in ritardo, temo.
Hannah aveva ascoltato questo racconto con pazienza, sclamando soltanto: «Ancora quest'uomo!» allorchè Bar Abbas aveva nominato il Rabbì di Galilea. Ma io l'aveva seguito con interesse; Menahem, con indifferenza. Moab sembrava annientato. Alla fine, Hannah, sollevandosi a mezzo corpo, disse:
- Non abbiamo tempo da perdere. Veniamo alla nostra faccenda. Non c'è nulla da cangiare al piano già stabilito. Ecco ora le istruzioni definitive che voi porterete al Consiglio dei Trentacinque, aggiunse egli presentando a Menahem uno scritto. Dimani essendo Sabato, l'esplosione della sommossa è aggiornata a dopo dimani. Se qualche cosa dovrà essere modificata, lo saprete qui, domani, all'ora quarta.
- Spieghiamoci bene, disse Menahem. Dopo dimani entreremo nella città da tre porte, in tre colonne, senza bandiera e senza armi per non dare sospetto, e gridando: Abbasso l'acquedotto, abbasso l'acquedotto!
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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