- È vero, sclamò Moab.
- Il consiglio ha deciso di cominciare dal disfarsi di Pilato, per mettere lo spavento e la confusione fra i Romani, e per poi poterli distruggere più facilmente al grido di Dio e patria!
- Io non nego nulla di tutto questo, disse Moab. I nostri cinque nomi soli sono stati posti nell'urna - poichè non si poteva comunicare un simile secreto a quaranta persone - ed il mio è uscito pel primo, poi quello di Menahem. Sì, è vero. Tuttavia io non ucciderò Pilato. Ella nol vuole.
- Ella, sclamò il sagan, chi è dunque codest'ella?
- Ella, replicò Moab.
- Ma finalmente chi è dessa? è tua madre?
- No.
- Tua sorella?
- No.
- Tua moglie?
- No.
- È la tua ganza, la tua regina, la tua fidanzata? chi è dunque codesta donna?
- No, no, no. È lei. È tutto questo, meglio, più di tutto questo. È lei.
- Quest'uomo è un pazzo o un vile, gridò il sagan.
- No, riprese Moab con calma, comandatemi di uccidere il gran Sacerdote, il tetrarca, il rettore, il governatore della Siria, lo stesso Cesare, ed io mi recherò a Roma immediatamente ed andrò ad ucciderlo. Ma Pilato, no. Ella nol vuole!
- Vediamo un po', disse Menahem inframmettendosi; codesto è un mistero che non sembra troppo vicino a schiarirsi; il Shofa del tempio sarà in breve suonato, quindi le porte saranno chiuse, ed i nostri fratelli attendono nella valle di Josafat le ultime istruzioni. Se Moab dà indietro, io resto sempre pronto, e credo che solo io basterò a compire l'affare. Dio mi ha dato un braccio, che i miei nemici, siano i tiranni del nostro paese o le bestie feroci del deserto, hanno appreso a temere.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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