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      La sua partenza fu seguita da un momento di silenzio triste e doloroso.
      Il sagan lo interuppe.
      - Allora, tutto è inteso, diss'egli. Non c'è nulla da cangiare, nulla da aggiungere al piano stabilito. Se qualche nuovo incidente accade nella giornata di domani, domani a sera decideremo.
      - Va bene, rispose Menahem. Ora corro alla casa di Josafat.
      Egli uscì. E nello stesso momento il suono del corno di montone diede il segnale dalla collina del Tempio che principiava il sabato.
      Bar Abbas aveva seguito Menahem, fermandosi nelle sale inferiori, e noi lo intendevamo abbaruffarsi coi servitori del sagan, che non lo facevano cenare a suo modo. Justus mi disse:
      - Giuda, vai da Maria questa sera?
      - Non so, risposi; ho bisogno di trovarmi solo con me stesso.
      - Allora non andrò ad attenderti là.
      - No.
      - A domani dunque.
      Il sole era tramontato dietro il Moriah, dietro Modin, nel mare di Joppa e di Tiro. Il silenzio era disceso sopra la città. Hannah, colle folte sopracciglia aggrottate, gli occhi fissi sopra i quadrelli di marmo del pavimento, tenendo afferrato fra le mani il suo caftan, taceva, meditava, - forse non pensava a nulla o meglio, era dietro a calcolare ciò che meglio gli conveniva: di marciare colla cospirazione, o di consegnare i cospiratori nelle mani di Pilato. Io pure taceva, profondamente colpito dalla storia della povera adultera - che mi sembrava certo dover essere la moglie di Moab, - e della creatura misteriosa che aveva una influenza sì potente sopra quell'uomo di marmo, dagli occhi d'aquila.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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