Noi altri Sadducei ridevamo bene di tutto ciò, avendo la massima che il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo pel sabato. Hillel e Gamaliele avevano bensì detto ch'era permesso di fare buone opere durante il sabato; ma i farisei restavano incrollabili. Di maniera che Gerusalemme, a quell'ora, sembrava una città di tombe, ove l'aria stessa era divenuta muta.
Cento mila persone respiravano senza far rumore.
Tutto ad un tratto, dalla parte della porta Giudiziaria e della porta Genath, udimmo un fremito sordo, come uno sciame di api svegliate da un calabrone. Alziamo il capo, tendiamo l'orecchio. Il susurro aumenta, avanza, diviene più distinto. Sentiamo le voci e come uno strepito d'armi. Vediamo, ad onta del sabato, tutte le finestre popolarsi di teste di curiosi. Poi una luce rossastra, come di torcie accese, rischiara il cielo, cui grossi nugoloni cominciavano ad oscurare; e ben tosto dalle nostre finestre vediamo un gruppo di soldati trascinare in mezzo a loro dei prigionieri. Il nostro cuore s'ingrossa. Il corteggio avanza sempre più nel foro e si dirige poi verso le alture di Sion, dalla parte della torre Faselo. Allora diamo indietro spaventati: riconosciamo i nostri complici, ed alla lor testa, legati con delle corde ed insanguinati, Menahem e Moab.
II.
Durante il mio soggiorno a Roma, io aveva spesso inteso parlare della moglie del procuratore della Giudea, ma non l'aveva mai veduta. Claudia abitava Capri.
Ella era l'ultima figlia di quella Giulia figlia di Augusto, cui questi, dopo averla maritata a Tiberio, aveva esiliata, a causa delle sue dissolutezze.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Sadducei Gamaliele Gerusalemme Giudiziaria Genath Sion Faselo Menahem Moab Roma Giudea Capri Giulia Augusto Tiberio
|