Il caldeo, il siriaco, il greco avevano surrogato la lingua nella quale Mosč aveva comandato in nome del Signore, David aveva cantato e Salomone insegnato. Ma i Maccabei erano pił uomini di mondo, politici, soldati, oratori, amministratori, che preti. Essi discendevano dagli esiliati di Babilonia, non gią da quel vecchio stipite dell'aristocrazia Ebrea che era restata fedele ai costumi, alle leggi, alle tradizioni, agli usi e all'organizzazione sociale dei nostri padri. Con essi arrivņ al potere il partito della nazionalitą politica e della riforma. Essi accumularono il doppio potere civile e religioso. Sostituirono la tradizione orale alla legge scritta di Mosč; la teoria personale e variabile - legge vivente del gran Collegio - al patto del grande legislatore. Provocarono e favorirono forse lo scisma, e furono causa che il popolo ebreo si divise in Esseniani, Sadducei e Farisei, laddove Mosč aveva stabilito una fede, un rito, un'arca, un tabernacolo, un patto (ai nostri giorni si direbbe una carta) per tutto il popolo d'Israele. All'unitą del sacerdozio di Mosč, si rizzņ di fronte lo scisma, che trionfņ nel governo civile e s'impose alla credenza religiosa. Mosč, David, Salomone, i giudici che avevano fatto uscire dall'Egitto il popolo Ebreo, al tempo dei Maccabei sarebbero stati come stranieri nel gran Collegio, nella sinagoga, nel sanhedrin, nella scuola di Hillel e Shammai, per quei grandi principi-sacerdoti, pei Samaritani, pegli Ebrei infine. Mosč ormai era divenuto una memoria, una vecchia gloria nazionale, e nulla pił. Quella massa di bronzo, rozza, ma compatta e solida, che Mosč aveva fusa e malleata a prova dell'urto di tutti i popoli che circondavano Israele, fu rotta dai Maccabei a fine di meglio lisciarla ed appropriarla alla moda del giorno.