Prisco li vide partire. Ma egli non aveva seco abbastanza forza per inseguirli e nello stesso tempo vegliare sulla preda già fatta.
- La tortura farà il resto, pensò: questi che ho in mano parleranno, e riveleranno i complici.
Comprendendo ch'era ormai inutile di attendere più lungamente, temendo forse che quelli che s'erano messi in salvo ritornassero con altri, in numero sufficiente per liberare i loro complici, Cneus Priscus prese la risoluzione di uscire dalla casa, e rientrare colle sue vittime a Gerusalemme.
Per maggior sicurezza, le aveva condotte nella torre Faselo. La prigione della città poteva essere infedele, o troppo debole per custodirle.
Tale era il rapporto che Priscus aveva fatto la sera stessa a Pilato, e ch'egli aveva la mattina dopo ripetuto alla presenza dei prigionieri. Dopo di che il procuratore aveva dato mano all'interrogatorio degli accusati.
Le istruzioni scritte, che si erano trovate sopra Menahem, semplificavano singolarmente la procedura. Pilato li interrogò uno dopo l'altro a parte; nessuno disse una parola. Alla domanda: Perchè andavi tu in quel sito solitario e remoto? tutti fecero l'istessa risposta: per pregare!
Moab rispose con questa variante: Per pregar Dio che mi liberasse dagli scrupoli di ucciderti, o Pilato!
E Menahem disse: io vi odio tutti, avoltoi romani: noi vi odiamo tutti, e verrà il giorno in cui i nostri fratelli vi schiacceranno come vipere.
Pilato avrebbe dovuto sottoporli alla tortura per farli parlare, per strappare dalle loro labbra il nome dei complici ed il piano della cospirazione.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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