Questo sacro tributo si chiamava l'offerta.
Mi avvicinai a Justus, e gli dissi a bassa voce:
- Sempre avanti. Nulla č cangiato.
Intanto dalla porta Dorata, che conduce pel ponte sul Cedron alle strade del Giordano e del Mar Morto, dalla porta Giudiziaria, che s'apre sopra le strade di Gaza e di Egitto, dalla porta di Efraim che mena a Samaria, e da quella di Beniamino ove mette capo la via di Anathot e quella di Betlemme, delle onde di provinciali s'ingolfavano nella cittā, condotti da quei capi che erano scappati al tranello teso nella casa di Josafat da Pilato. Tutti si dirigevano verso il forum di Gerusalemme, la piazza del Pretorio che sta dinanzi al palazzo d'Erode. Io mi diressi da quella parte, toccando la piazza del mercato.
Lā, in mezzo ad una folla immensa, vidi Bar Abbas che gridava:
- Dannazione dell'anima mia! Dell'acqua? ancora dell'acqua? Abbiamo noi bisogno d'acqua? a che serve l'acqua? Č buona tutt'al pių per annegarsi, pelle persone sudicie che hanno d'uopo di lavarsi; e per quei zelanti che non sfiorerebbero le labbra delle loro mogli senza credersi impuri!
- Sė, sė, abbasso l'acquedotto! gridava il popolo.
- Se si facessero almeno delle fontane di vino! allora si capirebbe. Il vino! Vi piace il vino, ragazzi?
- Evviva il vino! vociavano i biricchini: gloria al vino e a chi ne ha!
- Del vino sopratutto, ragazzi, continuava Bar Abbas. Val bene la pena di costruire degli acquedotti lunghi venticinque miglia per fornire d'acqua il popolo di quel Dio che si divertė a fare il diluvio, il popolo che durante quarant'anni ha bevuto dell'acqua nel deserto con Mosč! Anche a Mosč piaceva l'acqua.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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