Non basta dunque ai Romani di prenderci tutto: vogliono far tavola rasa, tavola lavata, tanto che non ci resti più nulla sopra. Vogliamo essere sporchi noi! I nostri profeti lo erano e conversavano con Dio, malgrado ciò.
- Abbasso gli acquedotti! abbasso gli acquedotti! continuava la plebe.
- Sì, agnellini miei, ed andiamo a cercare una spiegazione chiara dal procuratore. Che lasci tranquilli i nostri preti! Quando i preti sono contenti, tutto prospera, principiando dalle vostre donne. Il nostro Dio è già abbastanza povero: lo derubano a chi può meglio. Vorrebbero infine ch'e' si mettesse al servizio dei Romani, per vedere il colore dell'oro? Egli fa dei miracoli: se vuole dell'acqua, come al tempo di Mosè, non ha bisogno di comperarla.
- No, no, che non si tocchi il denaro di Jehovah!
- Ebbene, è questo che andiamo a cantare gentilmente al procuratore. Seguitemi e zitti! Parlerò io per voi: unitemi soltanto alcuni di Galilea e di Samaria. Io so come si parla ai capi. Ho parlato a Tiberio, quando combattevo sotto di lui! Un capo fermo, quello! I vecchi avanti, i giovani in mezzo, le donne ed i bimbi a casa o nel Tempio.
In un batter d'occhio, quella moltitudine immensa si mise in ordine, e Justus ed altri quattro commissari si univano a Bar Abbas, costituitosi oratore dei lagni popolari. Allora, salendo verso il Moriah, lasciando a sinistra il palazzo dei Maccabei e l'Ippodromo a diritta, camminando lungo il Tempio dalla porta Occidentale fino al palazzo degli Archivii, essi traversarono la grande piazza, e si fermarono appiedi dei diciotto gradini che formavano la scala del Pretorio.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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