- Non c'è' nessuno fra voi che abbia un po' di senso comune per prendere la parola? gridò Pilato battendo col pugno sul tavolo.
- Come, del senso comune! io vengo a nome del popolo ebreo per parlarti dell'acqua e non del senso comune, io che ho avuto l'onore di parlare al divino Tiberio, tuo padrone, e di dirgli: Buon giorno, Cesare!
- Gettami codesto galuppo fuori della porta a pedate, ordinò Pilato ad un decurione8 di guardia nella sala.
Il decurione obbedì alla lettera; ed intento che eseguiva l'ordine, Bar Abbas sgambettava gridando e grattandosi le parti offese.
- Andiamo, via, Lentulus, a modo, fa da vecchio camerata, più dolcemente, non colla punta, dal lato... Ah, bravo, ora la tunica è forata, ed ecco la mia faccia posteriore esposta agli sguardi del signor Pilato e delle stelle della Siria.
Justus si avanzò allora, e domandando scusa delle buffonerie di Bar Abbas, espose a Pilato i piati del popolo ebreo.
- Sta bene, rispose il procuratore: non ho consigli a prendere dal popolo ebreo, e non ho conti da rendere che a Cesare. So quel che faccio, e quel che faccio è ben fatto. La città ha bisogno di fontane, ed io voglio farle. Se il popolo ebreo trova che agisco male nell'adoperare l'offerta, invece di aggravarlo con un'altra tassa, e fa come l'asino, che, soccombendo sotto il peso, dà delle calciate al padrone, che si affretta ad alleggerirlo. Ecco la mia risposta. Andate.
- Dunque, dimandò Justus, l'acquedotto sarà finito, e l'offerta continuerà ad essere spesa in quella costruzione?
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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