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      I contorni del Golgota erano gremiti di gente; ma pareva che quelle migliaia di uomini e di donne fossero pietrificate. Non un grido, non un gesto: si respirava sordamente, ed ogni sospiro10 conteneva una maledizione.
      Mentre gli stranieri si divertivano coi gladiatori ed i mimi di Pilato, i suoi carnefici alzavano la croce. L'operazione fu breve. Essi ne avevano l'abitudine. Un'ora dopo avevano issato i condannati sulla croce, piedi e mani legate; poi, quando tutti pendevano dal patibolo, ruppero loro con una sbarra di ferro le gambe e le braccia, le coscie e gli avambracci.
      Al grido straziante dei suppliziati, rispose un grido terribile del popolo: grido inarticolato che non esprimeva nulla e diceva tutto. E fu il solo. Il popolo svignō dagli accessi del Golgota, come l'acqua irrompe da un vaso forato.
      La sera era fresca e bella. Io aveva cenato con Maria. Bar Abbas era venuto a sparecchiare gli avanzi. Justus era arrivato un po' pių tardi; poichč quel cattivo mobile avrebbe passata tutta la sua vita ai piedi della mia amante. Finita la cena, io li invitai ad accompagnarmi. Maria volle venire anch'essa.
      Uscendo dalla porta Giudiziaria, che s'apre sulla strada di Silo e di Gabaon, lasciammo a sinistra la tomba di Anania, ed incominciammo ad ascendere, a dritta, il piccolo cocuzzolo del Golgota. La luna lo rischiarava completamente. Un venticello acuto cacciava dinanzi a sč una peluria di bianco vapore frangiato in piccoli fiocchi, che svolazzavano capricciosamente, lasciando puro e netto un firmamento azzurro come la grotta dell'isola di Capri.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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