- Sė, fratelli, risposi io: morite in pace; voi sarete vendicati.
Due o tre di quei petti avevano cessato di sollevarsi.
Maria piangeva.
Justus, la testa china, sembrava desolato e guardava quella donna.
Io mi torceva, non potendo dar loro nessun soccorso, non potendo nč alleviare nč abbreviare quell'agonia.
Restammo silenziosi, ascoltando quel singhiozzo che straziava l'anima.
La luna continuava la sua ridda scapigliata in mezzo alle nuvole cacciate dal vento; il grillo si lagnava nelle fessure della roccia che cominciava a divenir fredda; il cri-cri chiamava la sua compagna; il cucullo gettava la sua monotona11 nota al vento che soffiava l'alito appestato dalla valle ai nostri piedi; lo sciacallo pių lungi latrava dalla gioia. Mentre le finestre del palazzo d'Erode risplendevano per la festa di Claudia e del governatore della Siria, il respiro dei suppliziati poco a poco si spegneva. E Bar Abbas non arrivava! Non potei pių rattenermi.
- Addio, gridai, precipitandomi verso il gių della collina.
- Nel cielo! mi risposero le due ultime voci che restavano ancora distinte.
Quegli infelici credevano quasi tutti alla risurrezione.
Poco dopo, Justus mi ricondusse Maria. Bar Abbas arrivō troppo tardi. Il sacrifizio era consumato.
L'aria ripeteva ancora il grido: Vendetta! vendetta!
- Oh sė vendetta!... Chi era dunque quella donna che avevo veduta nel circo? Come era bella, mio Dio, come era bella!
Il giorno seguente, fino all'alba, quegli ebrei che si erano astenuti la vigilia di andar a vedere i giuochi dei gladiatori stranieri, occupavano quella parte dell'anfiteatro che circonda come due ale la loggia di Pilato, per andare a sollazzarsi del morituri te salutant dei loro martiri.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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