Si francarono dai re di Siria, per cadere sotto la protezione dei proconsoli imperiali. Ma liberarono essi l'anima della nazione? L'Ebreo restņ ebreo - cioč al di fuori del movimento del mondo, suddito d'un prete, allorchč si sarebbe dovuto alzarlo a cittadino libero. Ora il giogo della dottrina farisea abbrutiva il popolo ben pił che il giogo della dominazione greca. Poichč si violava la legge di Mosč, non si doveva sostituirle la legge orale delle sinagoghe e del gran collegio. Il patto di Mosč era pesante; lo si fece pił grave ancora con un'aggiunta di ridicole ordinanze. I Maccabei avevano cumulate le funzioni di gran sacerdote con quelle di re, ed avevano creato la monarchia teocratica che č una tirannia sovrapposta ad un'altra tirannia. Mosč aveva nel gran sacerdote abbozzato un sorvegliante del re; i Maccabei ne fecero il complice e la ripetizione.
Coi Maccabei, la classe di mezzo trionfņ. Questa era ritornata dalla cattivitą di Babilonia non gią istrutta dalla civiltą fastosa, splendida, voluttuosa, attiva degli Assiri, ma turbata, spaventata dall'idea che il popolo, sedotto da quell'esca, potesse sfuggirle di mano, e invidiosa delle classi aristocratiche che tendono a dare al popolo la libertą del benessere e quella della coscienza. L'esiglio per questa parte degli Ebrei - l'aristocrazia sadducea - che godeva e pensava, non era a Babilonia, ma in Gerusalemme. Il Fariseo era il carceriere dell'anima di questo popolo, di cui Mosč aveva voluto fare non lo schiavo di Dio, ma il suo sacerdote.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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