- Come dunque? gridò con voce rauca e tremante dalla collera. Avrebbero forse preso la chiave dalla mia cintura?
- Niente affatto, caro babbo, risposi tranquillamente.
- E dunque allora?
- Allora, ho ucciso con un pugno un sorcio grosso come un lepre, che si divertiva a provare i suoi denti contro questo sandalo, e l'ho mangiato. Era delizioso! Altro che i grilli degli Esseniani del Giordano!
- Corpo di mille saette! gridò il vecchiaccio, e dire che non ho mai pensato ad utilizzare quel selvaggiume per nutrire i miei ospiti! Grazie, ragazzo mio: tu mi fai una rendita. Mi dispiace però che tu abbi pranzato così bene. Avevo l'intenzione di darti un bel palombo arrostito in mezzo a due fette di pane impregnato d'olio ed aceto, con due foglie di lauro.
- Eccellente, babbo mio, eccellente: vi permetto di darlo per cena ad un conduttore di camelli o di dromedarii, al quale andrà certo a genio.
- Te' te'! il re Erode se ne faceva un regalo.
- Il re Erode era il pronipote d'un cammellaio di Ascalon.
- E cosa diresti tu d'un piatto di fegato di capriuolo e di pollo al rosmarino, cotto nel vino, reso più piccante con delle olive o dei funghi, ovvero ancora di una frittura d'azzimi al latte e miele innaffiata da un fiasco di vecchio Cipro?
- Sì, risposi io noncurante, ho veduto qualche volta regalarsene gli schiavi galilei delle mie stalle.
- Ma dunque, il mio principe, cosa ci vorrebbe per incontrare il tuo gusto? fece il vecchio brigante.
- Oh! il mio solito, e semplice; un filetto di tigre arrostito sulle brage con sale e pimento, o delle animelle di coccodrillo bollite nella mirra.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Esseniani Giordano Erode Erode Ascalon Cipro
|