Decisamente, per essi, Moab era sparito ed io rapito. Bar Abbas entrò grattandosi le parti abbondantemente offese e brontolando:
- Oh no! non si dirà più che Bar Abbas non paga i suoi debiti: questo qui lo pagherò. Credo che ci sia lesione d'ossa nelle mie regioni occipitali. E poi sono stato quasi quasi rapito ancor io. Forse che il pranzo quotidiano mi darebbe una bella cera? Una mariuola, alla vostra porta stessa, si è aggrappata al mio mantello, che non ne poteva più, dicendomi con una bocca rosea, - che odorava deliziosamente di cipolla, - che aveva adornato il suo letto con un tappeto dipinto d'Egitto, che aveva profumata la sua stanza con mirra, aloè e cinnamomo, e che m'invitava quasi che mi fossi il re Salomone24. E la tirava il mio mantello da una parte, mentre io, premuroso di arrivar qui, lo tirava dall'altra, ed ecco come la metà del mio copridosso se n'è andata dove avrei voluto veramente andar ancor io. Avreste un mantello di ricambio da prestarmi, sagan?
- Diverresti tu per caso un onest'uomo?
- Giammai. Ciò rimpicciolisce. Io aspiro a divenir gran sacerdote.
- Va a cena, disse il sagan ridendo. Un posto a tavola ti conviene meglio, cred'io, che un posto di gran sacerdote.
Menahem, appoggiato ad alcuni dei suoi amici, entrava in quel momento, e poco dopo arrivarono gli altri.
Il sito ove il sagan riceveva i cospiratori era una camera ritirata, in un angolo remoto del palazzo, che sporgeva sopra un cortile e metteva sulla strada per una porta nascosta in un assito. Le mura erano incrostate di marmo verde, il soffitto di legno di cedro intagliato a rosacci.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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Moab Abbas Bar Abbas Egitto Salomone
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