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      Rischiarata da un solo candelabro, quella stanza aveva l'aspetto funebre; quell'assemblea, l'aria di una riunione di banditi. Perocchè le fisonomie di quei giovani erano in gran parte fiere e tristi. La luce inondava della sua fiamma rossastra la testa gialla e la barba grigia del sagan; ed i suoi occhi neri, vivi, inquieti brillavano d'un doppio guizzo, aguzzati dalla lunga tunica bianca e da un caftan celeste contornato d'un cerchio d'oro. Egli aveva l'aria grave e tacevasi, giuocando colla sua lunga barba. Hannah era un uomo di poco più della cinquantina. Si aspettavano da lui le spiegazioni sul mio arresto e sulla mia situazione, sulla strage causata dalla richiesta dell'offerta, sull'attitudine presa dagli abitanti di Gerusalemme, sulla condotta che si doveva tenere. Vedendo che Hannah si preparava piuttosto ad ascoltare che a parlare, Menahem disse:
      Sagan, noi partiamo questa notte; che dobbiamo dire ai nostri fratelli per consolarli della funebre notizia che ci ha già preceduti e che ha messo il lutto in tanti cuori?
      - Dite che bisogna sperare, rispose il sagan. Ove la semente cade, nasce la spica.
      - Non basta questo, riprese Menahem. Bisogna che sappiano quando questa spica nascerà; chi la mieterà e di chi sarà l'alimento. Noi non abbiamo tutti le stesse credenze e l'istesso scopo.
      - Abbiamo tutti almeno l'istesso odio, spero.
      - Sì, ma a chi profitterà l'esplosione di quest'odio? Quando Giuda venne a visitare i nostri villaggi e mettere la mano sui nostri cuori esulcerati; quando egli si inoltrò nel deserto per risvegliarvi delle anime che abborrono il sangue e non hanno per patria che la pupilla di Dio; quando egli legò all'istessa opera lo sdegnoso sadduceo ed il cupido fariseo; egli aveva trovato un terreno neutro, ove della gente che si batteva ieri, poteva darsi domani la mano.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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