Al di lą, una porta mezzo nascosta da una tappezzeria di Mesopotamia. Scorgevo a me dinanzi il tepidarium, grande stanza quadrata, in mezzo alla quale si apriva un bacino d'acqua tepida, pari ad un piccolo lago, che ripeteva la fiamma dei numerosi candelabri d'argento che lo circondavano come una fila di colonne.
Due giovani schiave galle, addette al mio servizio, s'impadronivano dei miei vestiti, che caddero in un istante ai miei piedi. La vista dell'acqua aveva svegliata la mia sete. Domandai da bere. Mi fu presentata subito una coppa d'oro con due vasi di vino color ambra, ed un'anfora piena d'acqua. Io bevetti dell'acqua appena ingiallita da alcune goccie di quel vino, e sentii ritornar le mie forze. Vedendomi affatto ignudo in mezzo a quelle due belle schiave, arrossii. Una d'esse mi prese per mano e mi condusse nel tepidarium. In quell'istante una dolce musica si fece udire, ed uno sciame di giovani ragazze, tutte nude, incoronate di narcisi e di ninfee, irruppero da una sala laterale, si precipitarono nella vasca, e principiarono a nuotare verso di me, invitandomi in mezzo a loro.
Avevo ventitrč anni. La vista di tutte quelle beltą, tanto pił pericolose in quanto il cristallo dell'acqua e il riflesso della luce ne aumentavano lo splendore, mi fece fremere dal piacere. - I colori si alternavano sulla mia faccia. D'un tratto, scorsi in un angolo di quella stanza, quasi nascosta sotto la tappezzeria di una porta, una figura di donna mascherata della sua ricca, e avviluppata in una stola che le scendeva dal collo ai piedi.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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Mesopotamia
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