Un lampo traversò il mio spirito. Mi dissi: Cosa vuole quella donna che si nasconde e che mi getta in mezzo a tentazioni così seducenti? Il cangiamento che s'era operato nella mia posizione mi dava a riflettere. Per uno sforzo di volontà, finsi l'indifferenza, e scendendo nella vasca d'acqua profumata, mi misi a nuotare ed a giocare colle ragazze, assolutamente come se fossi stato coi miei giovani amici nel Giordano, o nelle acque azzurre di Genezareth. Non poterono strapparmi neppure un bacio; e Dio sa che scrigno di bellezza e di gioventù era aperto dinanzi ai miei occhi! Giuseppe ne sarebbe stato vinto. Durante tutto il tempo che io restai a saltellare, a ridere, a cantare perfino, a giuocare con quelle naiadi rapite al Caucaso, alla Gallia, alla Spagna, alla Siria, quella donna non si mosse dal suo posto d'osservazione. Quando uscii dall'acqua, due schiave egiziane s'impadronirono di me e mi condussero al calidarium.
Se io non fossi già stato a Roma, avrei creduto che mi si conducesse in una sala di tortura. I muri erano coperti di una rete di tubi riscaldati a rosso da una fornace esterna, e che erano maggiormente riscaldati dal vapore che si sprigionava dal serbatoio d'acqua bollente che stava nel mezzo di quella stanza circolare. Mi sentii venir meno e mi lasciai cadere sopra uno dei seggi che occupavano le nicchie praticate tutt'intorno.
Immediatamente uno degli schiavi tirò una catena, ed uno scudo d'oro, che coronava il soffitto, s'aprì e mi inondò d'un soffio d'aria fresca e di una sensazione deliziosa.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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