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      Ogni qualvolta la temperatura diveniva incandescente l'operazione dell'apertura della valvola si rinnovava, ed un soave languore s'impadroniva di me. In quello stato mi avvolsero in un mantello di lana scarlatto, e mi trasportarono in un'altra camera riscaldata in grado minore, ove gli schiavi principiarono l'operazione della frizione. Quando le mie membra furon rimescolate e le mie giunture disarticolate, gli schiavi mi fregarono con olio profumato. Mi sentii rinascere. Mi asciugarono infine con una dolce mussolina d'Egitto, e mi lasciarono godere di alcuni minuti di riposo.
      Due schiave italiane mi risvegliarono quasi, presentandomi una bianca tunica ornata di frangie azzurre. Dopo avere pettinato e profumato i miei bei capelli biondi, li cinsero di una corona di rose, come per le vittime destinate al supplizio.
      Durante tutto il tempo dell'abluzione e dell'abbigliamento, non rivolsi una sola parola ad alcuno; lasciai fare, come un testimonio o come un padrone.
      Quando tutto fu in ordine, le mie unghie tagliate, i miei piedi profumati, un'altra schiava vestita tutta di bianco e celeste con una cintura di porpora, venne a prendermi. Quattro suonatori d'arpa la precedevano. Io conosceva il sito. Traversammo due o tre sale imbalsamate dalle esalazioni degli alberi e dai fiori del giardino, ed arrivammo infine nel triclinium riservato, che il re Erode aveva fatto costruire per le sue cene voluttuose colla bella Mariamne, la pił bella e la pił amata delle sue nove mogli e delle sue numerose favorite.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Egitto Erode Mariamne