Era incrostata di fileti d'oro e di piastre di smeraldi e zaffiri. Questo27 letto era rimpinzato di piumini di cigno, e coperto d'una stoffa di seta ed oro color porpora. Un monopodium ovale di madreperla, circondato da un cerchio d'oro scolpito ed ingemmato, si stendeva dinanzi al letto, la cui spalliera era leggermente curvata, e le cui braccia erano imbottite sofficemente dai cuscini di stoffa bianco-dorata. Del resto per farsi un'idea della ricchezza di quella tavola d'un re asiatico, si consideri che un semplice avvocato di Roma, Cicerone, aveva pagato la sua, così mi dissero a Roma, un milione di sesterzii (204,500 lire), ed un altro cittadino, Cæthegus, un milione e mezzo. Tutt'intorno a quella magica sala, delle statue d'alabastro, ignude, sostenevano dei candelabri che la rischiaravano come se il sole del mezzogiorno l'avesse inondata della sua luce. Dei vasi di fiori profumavano l'aere e accarezzavano lo sguardo.
Avanti di varcare la soglia, due schiave nubiane, una con un bacino d'oro, e l'altra con una stoffa di porpora, m'offersero a lavare le mani. Alla porta il maestro del banchetto mi ricevette e m'introdusse presso il mio ospite.
Le mie previsioni non m'avevano ingannato. Era Claudia, e Claudia sola, che m'invitava alla sua cena.
La sera dell'avventura della pantera, Claudia, distratta dalla festa che Pilato dava a Pomponius Flaccus, ai capi delle legioni e a diversi personaggi di Gerusalemme, non s'era ricordata di me. All'indomani, avanti di recarsi all'anfiteatro, fece chiamare Cneus Priscus e gli domandò conto della mia persona.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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