Priscus le apprese che, dietro ordine di Pilato, egli mi aveva arrestato il giorno stesso, e m'aveva gettato nei sotterranei della torre Phasaelus.
Pilato nell'interrogatorio dei prigionieri non aveva raccolto elementi sufficienti per condannarmi alla croce od al circo, ma ne aveva saputo abbastanza sopra la mia condotta ed i miei sentimenti per diffidare di me. Egli aveva inviato Priscus da Caifa onde averne delle informazioni, e questi gli aveva risposto:
- Non ne conosco nessuno di più pericoloso a Gerusalemme. Si direbbe una femmina al viso, all'eleganza, alla mollezza, alla frivolità, alla noncuranza, ai gusti: guai a chi vi si lascia ingannare. La sua avvenenza è come le foglie che nascondono l'abisso; la sua eleganza è un'esca; la sua mollezza è l'elasticità dell'acciaio: la sua frivolità maschera l'opera di un Catilina: la sua noncuranza è il riposo d'una attività febbrile: i suoi gusti sono espedienti per riescire. Non principii, non fede, non cuore; dei sensi a suo talento, la parola che perde, il sorriso che uccide; il sangue, le lagrime e le carezze sono per lui semplici mezzi. Se si annoia strazia il cuore d'una donna, o mette a fuoco una provincia.
Questo ritratto astioso, in parte esagerato, in parte ridicolo, colpì Pilato, che diede ordine di sorvegliarmi. Priscus, per sorvegliarmi meglio, mi arrestò. Lo stesso ritratto, ripetuto a Claudia, affrettò la sua curiosità di vedermi. Per suo ordine Priscus mi condusse a lei, che assumeva di dare a Pilato delle convenienti spiegazioni.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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