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      Justus non era tale un amico, da non trar partito della disgrazia d'un amico.
      Ritornando da Roma, io aveva incontrata quella ragazza sulle rive del lago di Genesareth, al momento in cui aveva perduto il suo ultimo parente, e restava sola nel mondo. Non mi occorse un lusso di seduzioni, per persuaderla a seguirmi a Gerusalemme. Sapendosi bella, la non disperava che un giorno o l'altro io mi sarei deciso a sposarla. Conoscendo il proprio carattere determinato, pronto alle risoluzioni, ricco di espedienti, ella contava far arrivare il più tosto possibile quel giorno. Una settimana dopo che ella aveva preso dimora nella mia casa, Maria aveva già compreso che i suoi progetti di Magdala non si sarebbero mai effettuati. Non esitò molto a decidersi di trarre dalla sua situazione il miglior partito possibile. Mi congedò, tra due dei più ardenti baci della luna di miele dell'amore29.
      Era troppo tardi, e troppo presto. Troppo tardi, perchè io principiava a sentire per lei dei violenti desiderii; troppo presto, perchè non n'ero ancor sazio. In breve dopo una querela che durò tutta una notte ed una parte del mattino, andammo d'accordo: Maria consentiva a continuare ad amarmi, ma nella sua casa, padrona del suo domicilio, del suo cuore e delle sue azioni, rinunciando a tutti i vantaggi che la legge giudaica le poteva accordare su me. Per contro, io le diedi per abitazione una bella casetta fra due giardini, alle porte della città, nel sobborgo di Bezetha. E siccome io viveva quasi sempre con lei, vi portai tutto il lusso, l'eleganza, i piaceri che avevo osservato presso le dame romane e greche, e ci presi gusto anch'io.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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