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      La cortigiana delle feste era figlia di Cesare nell'intimità. La dicevano frivola: ed il suo spirito era ornato di tutte le gemme ed i profumi della poesia greca e romana. A Capri, ella aveva figurato nella mandria di Cesonius Priscus, l'intendente della voluttà di Tiberio, e vi aveva imparato la politica del mondo, maneggiandola con Sejano che le faceva orrore. Claudia aveva certamente uno scopo; io mi perdeva in un dedalo di supposizioni, e non scopriva, dopo tutto, la verità in nessuna di esse. Non avevo più fretta di lasciarla, e oggi ancora, dopo tanti anni, e dopo tanti avvenimenti, cerco nel mio cuore perchè non l'amavo! Io era, certo, in quello stato di spirito, in quell'ora della vita, ove avrei dovuto divenir pazzo per quella donna. Maria passava allo stato di tramonto, nel mio amore. La sconosciuta del circo inviluppava d'una nube luminosa i miei vaneggiamenti; ma tutte due non colmavano il vuoto, che la vita a ventitrè anni scava avidamente nell'anima. Claudia aveva tutto ciò che un uomo elevato può desiderare: ella inebbriava i sensi con la sua bellezza, dava la febbre all'immaginazione con la sua condotta, con la elegante distinzione del suo spirito. Vi sono dei fenomeni psicologici che si spiegano, ma non si comprendono.
      Avevamo passato una parte della sera sul terrazzo del Sud, dinanzi al quale si svolge la catena dei monti di Scopas e degli Olivi, e donde, per un appiattamento di questi monti, si vede il mar Morto, come una lama d'oro durante il giorno, come una nube violetta la sera ed il mattino.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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