- Sì, ecco il mio scopo. L'hai indovinato.
- Puoi rivelarmi i tuoi mezzi?
- Semplicissimi forse, forse impossibili: far convergere, in un momento di tregua di Dio, gli sforzi di tutti i partiti che dividono la nazione Ebrea al compimento di questa risurrezione nazionale, uguagliandoli tutti nel costituirli separatamente; dare a questo moto un capo che segua il mio impulso, al quale tutti obbediscano, e cui, una volta compiuta l'opera, io sopprimerò, rientrando io stesso nell'orbita di quella oligarchia dirigente, alla quale appartengo.
- Questo piano è insensato o grande, rispose Claudia dopo alcuni istanti di riflessione. Il successo dirà se l'è una cosa o l'altra. Ma il successo non sta nelle vostre mani.
- Gli è questo che non so ancora e che voglio sapere.
- Prova.
- Sei tu, moglie di Pilato, nipote dei Cesari, cittadina di Roma, che mi dici: Prova!
- Io stessa.
- Ma allora, non m'hai compreso.
- Ho fatto più che comprenderti, sono convinta, e ti porto il mio appoggio.
- Ripeti.
- Ti do il mio appoggio.
Sorrisi e sclamai:
- Che disgrazia, o Claudia, che io non possa trasformarti in Messia: tutta la razza di Giuda cadrebbe ai tuoi piedi come dinanzi a Dio.
- È egli necessario d'esser Messia per concorrere a codesta liberazione, Giuda?
- Non assolutamente. Ma in Asia, ove si son visti Romani distrugger Romani per impadronirsi del potere a Roma e dello imperio del mondo, non si sono ancora visti Romani distruggere Romani per liberare una nazione.
- In Asia ciò non si è veduto; ma in Europa si è veduto un capo di legioni fortunato, un conquistatore marciare su Roma, e proclamarsi dittatore.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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