Chi mai conosceva la santa parola che io portavo nell'antro della dissolutezza? chi sapeva che io m'inginocchiava davanti l'altare di Priapo per implorare misericordia per mia madre? Ebbene, m'inzaccherarono dei loro insulti, e la vergogna ricadde altresì sul fronte dell'uomo che avevano associato al mio obbrobrio.
- Povera donna, feci io, è dunque per questo che la tua stanza nuziale è vedova.
Claudia non rispose alla mia interruzione, e continuò:
- Tiberio abbandonava la sua preda. Sejano vi si opponeva. Quel miserabile mi amava con frenesia. Ciò che ci volle di lotta, il mio odio lo sa, e se ne ricorda. Avevo un bel fulminarlo del mio disprezzo, quel Sejano, egli si aggrappò a me come le anime alla barca di Caronte. Dovetti raccontargli ciò che io ti racconto ora. Quel fango ebbe la pietà che Tiberio mi rifiutava. Mi rispettò. Mi lasciò partire. Mi diede un consiglio. Oh! io non sono mica la sola che odii quel Cesare da cloaca!
- Posso io chiederti qual consiglio ti diede il terribile favorito del padrone del mondo?
- Te l'ho detto: prendere l'Impero a rovescio, e detronizzare Cesare. Roma lo deride. L'Italia lo odia. Le legioni lo disprezzano. Le provincie aspettano il primo che osi.... Ebbene, io oserò, io donna oltraggiata; io che odo a tutti gli istanti del giorno e della notte risuonare alle mie orecchie la parola di mia madre: vendetta! io che porto sopra il mio capo il suo pugnale, e che vedo ogni mattina, risvegliandomi, ogni sera, prima di chiudere gli occhi, la schiava fedele che raccolse il suo ultimo alito.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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