Egli amava la lotta contro il difficile; quella contro l'impossibile lo seduceva. Il sentimento della giustizia lo ispirava sempre; ma egli aveva un criterio della giustizia secondo la sua coscienza piuttosto che secondo il diritto e la legge. Maltrattava volontieri l'uomo; per la donna era rispettoso, galante, condiscendente, tenero anche, e cavalleresco. Uno sguardo di donna lo trasformava. Epperò durante tutto il tempo che restò in Gerusalemme senza Claudia non si disse molto male della sua condotta. Se non fu casto, fu riservato. Non gli si conobbe nessuna relazione amorosa; vivendo anzi molto rigidamente, preferendo stare in una torre, anzichè nel palazzo di Erode, in fra i soldati anzichè fra gli schiavi dei due sessi che ingombravano la sua residenza; lasciandosi andare ai suoi gusti malinconici, evitando la gente, la luce, e correndo di notte pella campagna. Non era cosa rara l'incontrarlo dopo mezzanotte a cavallo, seguito soltanto dai suoi otto schiavi nubiani, muti come il fondo di un pozzo. Regalava generosamente. Rispettava il popolo vinto, più che poteva, quando Cesare o il popolo Romano non erano posti in questione.
Pilato aveva adesso un po' più di quarant'anni; ma il suo colorito bilioso, le rughe precoci, avevano fissato sul suo fronte un'età immobile; non era giovine, ma non invecchiava. Parlava poco ed ordinariamente con tuono secco e duro. Ma si abbandonava volentieri all'ironia, quando era meno triste, o al lirismo d'una imaginazione febbrile, quando era animato da una passione qualunque.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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