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      Io non sono ora che l'ombra d'un uomo, ravvolto nel sudario dell'infamia. Mia madre lo diceva pertanto! Ella non avrebbe voluto che io ponessi mai il piede in quel carnaio delle virtù, dei diritti e dell'onore, che si chiama Roma. Ella m'additava per compagna una nobile ragazza, pura come l'alito delle nostre montagne, bella come le serate di Gades (Cadice). Io non l'ascoltai. L'ho voluto. Di che posso ora lagnarmi? Ella ha un amante! Un solo amante, dopo Capri? Tu sei una vestale, o Claudia!
      - Perchè non hai tu ascoltato i consigli di tua madre, virtuoso avventuriere?
      - L'è il mio secreto e la mia vergogna.
      - Te lo dirò io, il tuo secreto; te la farò conoscere io, l'estensione della tua vergogna. Arrivasti a Roma ebbro d'ambizione. Ti presentasti alla corte, che tutti giudicavano come un antro di sangue e di fango. La tua fierezza vi fa contrasto il primo giorno: Sejano se ne stupisce; Tiberio sbadiglia; Cajus Priscus corruga la fronte; Trasilio ne trasecola; Cajus Caligula ne rabbrividisce. Nessuno osa avvicinarsi a quella sconosciuta in quei luoghi, la fierezza! Nonostante il padrone, che osa tutto, la sfiora del soffio delle sue notti; ed il leone si cangia in majale.
      - Tu pure, urlò Pilato fermandosi.
      - Come tutti. I poeti ti hanno cantato.
      - Sono infami.
      - Forse. Ora, c'era in quell'antro una ragazza di diecisette anni, d'una bellezza affascinante, la cui influenza si diceva onnipossente sul cuore del padrone; di cui la storia era commovente, e la cui alta nascita condita di mistero.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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