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      La voluttà era resa più sapida dall'insulto. L'insulto si levava alto, folgoreggiante. Esso non colpiva più una povera giovincella; esso fulminava un rappresentante di Cesare dinanzi i popoli dell'Asia. Io mi meraviglio che Tiberio non t'abbia creato Re in qualche sito onde meglio assaporare le mie carezze! Bisogna ch'egli ti disprezzi molto, molto. Infatti egli mi ti ha dato come uno schiavo. La tua testa è in quell'anello. Ti sei tu ribellato contro i vituperii che t'inflissero? Parla, hai almeno protestato?
      - No: ed e' son questi ancora una volta, il mio secreto e la mia vergogna.
      - Vuoi ancora della vergogna? Ebbene, Sejano mi ha amata. Comprendi? Il domestico domandava gli avanzi del padrone.
      - Basta, Claudia, esclamò finalmente Pilato fermandosi ritto inanzi sua moglie.
      - Eppure io era bella, continuò Claudia, avrebbero potuto amarmi, interrogarmi. Chi sa? Mi avrebbero forse perfino stimata. Io valeva bene la pena, mi pare, che l'uomo che aveva ambito alla mia mano senza arrossire, avesse altresì aspirato al mio cuore, il quale non aveva detto verbo in tutto quel fetido mercanteggiare. Io era giovine, avrei forse potuto rialzarmi, riabilitarmi, giustificarmi dinanzi i santi lari famigliari, obbliare lo Stige di Capri sopra la testa pura, negli occhi innocenti dei miei figli. Avrei potuto piangere sur un fallo che non era il mio; espiare un'infamia che era forse una luce celeste, una lagrima di madre.... Dimmi, miserabile, cosa hai tu fatto, che hai tu tentato? Tiberio mi disonorava; tu m'hai infamata.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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