Pagina (182/551)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sarei io dunque stata scelta per essere l'Ifigenia di tutte le scelleraggini di Cesare e della sua posterità?... O pure la sua coscienza gli rimprovererebbe... che? amore...
      Claudia si alzò d'un balzo; era spaventevole nel suo pallore.
      - Oh! allora veramente sventura! sventura! come egli ha detto.
      La tempesta spaziava a battaglia nel firmamento. Pilato traversò il giardino. Uscì dalla porta secreta, si diresse verso il posto ove i suoi nubiani l'attendevano, si coprì d'un mantello scuro che gli tenevano pronto, montò a cavallo, e facendo loro segno, ordinò:
      - Andiamo.
      Erano le tre ore dopo la mezzanotte. La città di Gerusalemme sembrava morta. Claudia che era uscita sul terrazzo per rinfrescarsi ai buffi dell'uragano vide passare, e sparire come fantasmi, nove cavalieri. Indietreggiando, urtò nel cadavere di Cypros. Gettò un grido e fuggì.
      In quell'istesso momento, io varcava la porta del Gran Sacerdote, ed il ponte sul torrente di Gihon, giravo le mura della città, e lasciavo alla mia diritta la strada che conduce a Gaza e quelle che conducono ad Emmaus e a Joppa.
     
     
     
      XII.
     
      Rientrando, avevo trovato in casa una lettera di mia madre linfaticamente inquieta del mio arresto. Ne era stata avvertita con precauzione. Diedi ordine che si preparasse il mio cavallo immediatamente, e partii solo, all'ora istessa, malgrado la bufera che incominciava.
      Mia madre mi annunziava che la partiva il giorno stesso per Bethlemme ove era chiamata da mia sorella, maritata in quella città e che si era allora sgravata del suo primogenito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Ifigenia Cesare Gerusalemme Cypros Gran Sacerdote Gihon Gaza Emmaus Joppa Bethlemme