Che spiriti rinchiudono esse, quelle tombe? Lā le montagne d'Abraham, le creste di Gilead, pių lungi le cittā di Loth bruciate. Non una nuvola nel cielo, non un soffio nell'aria, non una ruga sull'acqua, non una voce d'uccello o il ronzėo d'un insetto: la vita era condensata come il ghiaccio sulla cima del Carmelo. La luce acciecava. Una tigre, da lontano, adagiata sul ventre, ci contemplava immobile come se la fosse stata di marmo giallo d'Egitto.
Ben presto lasciammo il piano, che forma come un orlo di verdura a quella splendida coppa, e voltando le spalle al mare di Loth, incominciammo a montare quella serie di contrafforti che si sovrappongono gli uni agli altri fino a Gerusalemme. La volpe, l'avvoltojo, la jena, il leopardo popolavano il paese; ma l'uomo che vi si climatizza e vive, se non č una creatura pia, vi diviene pių selvaggio di quelle bestie selvaggie. I pozzi sono secchi, gli alberi bassi e rari, i precipizii ricolmi di pietre e senz'acqua; delle caverne tristi, riparo oggidė di leoni, altravolta di re pazzi, fuggiaschi. Seguivamo ora il letto d'un torrente, ora la costa di un colle, ascendendo sempre e poi sempre.
Il paesaggio cangiava ad ogni istante ed era sempre l'istesso. In un solo sito trovammo una donna quasi ignuda, abbronzita come un vecchio sicomoro, che abbeverava delle magre capre vicino ad un pozzo. Oh! non era Rebekah che diede da bere ad Eleazar al pozzo di Haron, e fu scelta per sposa d'Isaac; non era Rachele che Giacobbe abbracciava presso quell'istesso pozzo, dopo aver dissetata la sua greggia; nč Zipporah e le sue sei sorelle, cui Mosč aiutō ad attinger l'acqua dal pozzo di Madian.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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