Ma sta tranquillo, Giovanni, m'incarico io d'oggi innanzi del tuo cibo. Se non fossi vestito così sommariamente ti inviterei a pranzo stassera alla mia tavola, in mezzo alla mia corte ed ai capi del mio Stato. Ma i miei buffoni ti tormenterebbero troppo e le donne troverebbero troppo naturali i tuoi vestiti. Non fa nulla, t'invierò, sopra un bel bacino, ogni sorta di buone cose che restano al mio desco, e quando ti avrai mangiato la tua pappa, sono sicuro che ai frutti ed alle bellaria, verrai a bere alla mia salute.
Erodiade non aveva detta una parola durante tutto questo colloquio. Ella aveva affettato di sfogliettare dei rapporti e delle epistole. All'ultima frase di Antipas, ella alzò gli occhi, ed un lampo passò sopra la sua cupa figura, rendendola potentemente raggiante. Un'idea terribile aveva, forse, traversata quell'anima.
- Tetrarca della Giudea e della Perea, riprese Johanan avvicinandosi fino ad afferrar Antipas per il braccio, io ti fo, nel nome di Dio, un'ultima intimazione: licenzia quella donna. Pentiti, ripudia il peccato, cancella il delitto e lo scandalo. Non stancar più la misericordia di Dio: licenzia quella donna, purificati....
- Già, Gianni, vattene, ripetè Antipas afferrando il suo leopardo alla nuca; non ti avvicinare; guarda Cacus che si alza. La sua pelle freme. I suoi occhi s'infiammano. Tu senti troppo il deserto... Egli comprende il suo linguaggio... Vattene, o io non rispondo più di nulla. Cacus potrebbe dimenticare che è qui, e credersi sulle spiagge del mar Morto.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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