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      Dovreste conoscervi, pure: egli dovrebbe stimarti. Cacus, giù gli zampini, gioia mia. Tu non rosicherai il mio profeta. Ti avvelenerebbe, sai?
      Johanan gettò su noi un immenso sguardo di disprezzo e si allontanò lentamente, brontolando, gli occhi rivolti al cielo:
      - Signore, tu puoi scatenare i tuoi fulmini ora; tu lo puoi. La tua parola è stata annunziata a questi empi, ed essi l'hanno disprezzata. Il tuo fulmine, o Signore, il tuo fulmine!
      Antipas che era grasso, corto, un po' gottoso, si levò dolcemente, come se avesse assistito ad una commedia di Aristofane, e prendendo il mio braccio; disse:
      - Vieni, Giuda, andiamo a fare un giro sulle mie terrazze, e cercarvi pel pranzo un po' di quel brigante d'appetito che non viene mai. Voglio mostrarti i due miei poeti, che ho fatto pescare ultimamente in non so quale cloaca di Roma. Li tengo in due gabbie separate per impedire che si divorino, e li nutro di erbe amare onde neutralizzare la loro bile... Diamine! scrivono un poema pel mio matrimonio colla mia cara Erodiade. Mi atteggiano a Giove che cade in pioggia d'oro sopra Danae. «Padrone, mi dice l'un d'essi, piovi dunque un po' su di me, come fai su di Danae.» - «Sopra di te? grida l'altro; padrone, egli non è nemmeno degno che tu gli p.... sopra!» Voglio che tu mi dia un consiglio, Giuda. Bisogna che io stabilisca nel mio Stato un ginnasio per educarvi i profeti. Vedi come si educano male al deserto! I profeti, i messia, i shilok sbucciano spontaneamente nel mio Stato. Vi sono più comuni che i conigli.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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