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      Qual cangiamento!
      Quella piccola casa aveva la forma oblunga, l'aspetto d'una tenda, le mura nude forate da buchi quadrati, senza cornice, nè camini, la finestra della camera, al secondo piano, nascosta da un pergolato che teneva lontani gli sguardi curiosi. Alla cima, una terrazza circondata da una balaustra merlata di tegole vicine le une alle altre, sopra la quale le donne ebree, col velo alzato e le calzature lasciate nel basso, coi vestiti rialzati, stendono e seccano il formentone, nutriscono le colombe ed i piccioni, ed alla sera si lavano e filano. E' fu sopra una simile terrazza che Betsabea mostrò il suo seno a Davide, che la spiava dall'alto del suo palazzo.
      Una domestica che ci aveva preceduti o era restata a casa, ci aprì la piccola porta praticata nel muro di pietre rozze che circonda il giardino, nel cui mezzo sorgeva la casa. La parte anteriore di questo giardino era quasi invasa da un enorme fico; quella posteriore all'abitazione montava l'alto della costa, e guardava sul lago. Dalle due parti c'erano dei legumi. Traversando la porta della casa, passammo per un corridojo a vôlta, che conduceva ad una piccola corte interiore aperta (il patio degli spagnuoli). Due porte che davano nelle due stanze, s'aprivano dalle due parti della corte. L'inverno non era ancor giunto. Maria viveva tutta la giornata in questo sito a cielo aperto. Forse ella vi trascinava la notte il suo materasso e la coperta e vi dormiva sotto lo sguardo delle stelle.
      Le famiglie giudee si coricano in quella specie di corte tutti insieme, madre, padre, fratelli, figlie, ragazzi, mogli e mariti, ed i loro bimbi; felici, quando le tenebre coprono i misteri della notte.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Betsabea Davide