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      - Dev'essere un po' più comodo di qui, credo.
      - Non così bene, Maria.
      - Tanto meglio. Se tu sapessi che attrattive ha la semplicità!
      - Credi dunque molto semplice una casupola che tu riempi dei tuoi sguardi e della tua persona?
      Maria lasciò passare tutti i miei complimenti per non rimettermi sulle traccie del passato. Tutt'al più sorrise. Passammo la giornata, fra la corte scoperta ed il giardino, a chiacchierare. Io la seguiva da per tutto. La vidi cogliere i legumi, lavarli, cuocerli, preparare ed arrostire un pollo; impastare il pane, ammadiare la pasta per farne dei pasticcini fritti rimpinzati di mandorli, di latte rappreso e di miele; cogliere i fichi e l'uva ancor fresca nel suo giardino, ed allestire i fiaschi di vino del paese. Poi quando il sole principiò a scendere, la vidi posarsi sulla spalla una brocca ed andar a cercar l'acqua alla fontana nel basso del villaggio. Io chiedeva a me stesso: È dessa l'istessa donna! cosa ha potuto cagionare un simile cangiamento?
      Essa portava una tunica bianca, incrociata alle ascelle, ed un'altra celeste sovrapposta che discendeva fino a sotto le ginocchia, stretta alla vita da una cintura di lana nera.
      La giornata scorse rapida come un'ora. Il sole tramontava già tutto rosso, le leccornie preparatemi da Maria ingombravano il tavolo, ed eravamo sul punto di sederci nella corte scoperta, quando udii un rumore di passi nel giardino.
      - To', disse Maria senza parere sorpresa, quantunque con emozione, gli è forse il Rabbì di Nazareth, che hai veduto questa mattina nella sinagoga.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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