- Sarei felice d'incontrarlo, diss'io, ma non in questo momento: sono sì felice di trovarmi solo con te.
Eppure era ben desso, il Rabbì, e non era solo. Giovanni, il figlio di Zebedeo, il giovine che era seduto a me da presso nella sinagoga, l'accompagnava; e tre minuti dopo apparve anche Bar Abbas.
Gesù m'imbarazzava; ma al postutto avrei tirato partito dal caso che me lo conduceva sì opportunamente. Gli altri due mi tediavano. Giovanni, vedendo tante buone cose preparate sul tavolo, gonfiava le sue giovani narici, e fiutava il pranzo come un cane da caccia. Il ragazzo si prometteva un piccolo festino. Ma questa non era la mia intenzione. Volevo esser solo fra questa donna ch'io sapeva muta, fedele, prudente, ed il Rabbì a cui volevo parlare. Feci dunque cogli occhi un segno a Bar Abbas, indicandogli il piccolo Giovanni, ed allargai la mia cintura. Bar Abbas comprese, rammentandosi della nostra conversazione. Egli prese dunque pel braccio Giovanni e conducendolo fuori del giardino:
- Vieni, gli disse, voglio regalarti all'osteria. Hai quattrini, ragazzo?
Ahimè! Giovanni aveva compreso il mio segno; s'era veduto frustrato di quell'appetitosa cena, egli che era sì ghiotto, e così permaloso! Non me la perdonò mai più. Nulla potè, nelle nostre relazioni posteriori, raddolcire la reciproca nostra antipatia77.
La cena fu fraterna e dolcemente gaja. Finita che fu, presi il braccio del Rabbì e lo condussi in quella parte del giardino che era dietro la casa.
XVI.
La notte era bella. La luna piena, specchiandosi nel lago, le dava quei riflessi brillanti e vivaci, cui l'aurora dà al tetto del Tempio, irto di lame d'oro.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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