Vi fui infatti e lo trovai in quel bel villaggio di Nazareth, circondato dalle cure d'una donna eccellente, maritata ad un falegname chiamato Giuseppe. Il mio Romano mi ricevette come un Parto. «Chi sei tu? io non ti conosco, va all'inferno e lasciami in pace.» Lo lasciai in pace, e per sopramercato perdetti la mia, poichè presi moglie. Visitando quel caro Pellas incontrai una vedova, sorella del carpentiere, che possedeva un pezzo di terra presso Betlemme. Sposai la terra, la vedova, ed il suo cattivo temperamento.
- Le vedove hanno sempre torto. Non c'è questione.
- Eppure la mia, posseduta da cinque o sei dozzine di legioni di diavoli, voleva sempre aver ragione. «Gesù, non bere. Gesù, non giuocare. Gesù, non aver sempre delle brighe con tutto il mondo, Gesù, non far la corte alle femmine delle strade. Gesù lavora.» Lavora sopratutto! Era la sua manìa! Lavora! lavora! Come se la fosse stata una festa quel rabberciare dalla mattina alla sera delle ciabatte, e il giorno dopo ricominciare, e ricominciare sempre per settimane e mesi! Mille fulmini di fulmini! Maneggiare la lesina dopo aver maneggiato la lancia e la spada! coprirsi il petto d'un grembiale di pelle di becco, dopo averlo avuto coperto di una corazza d'acciaio! tagliarsi le dita con un trincetto, dopo aver ricevuto delle ferite, e dei colpi di daga alla guerra! Ah! vecchia carogna! va, va, non mi dirai più lavora, lavora....
- È morta dunque?
- Sì, Dio mercè, è morta. Insomma, come vedi, quella donna rabbiosa ed io, vivevamo molto male insieme.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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