Come stai? Dove sei stato fino ad ora? Non sai, il tuo capo, il Battista, è stato servito alla tavola di Antipas a Makaur come l'agnello del paschah.
- Si tratta bene di lui, si tratta.... gridò Moab sospirando.
- Ma che hai dunque, amico mio? posso io fare qualcosa per te? Non far complimenti, sai. A proposito, Moab, poichè sono qui, bisogna che ringrazii il padrone di questa casa, che dodici giorni fa mi ha dato ricovero una notte in tempesta.
- Non c'è padrone qui, disse Moab con aria ruvida.
- In somma, vi è qualcuno.
- C'è una padrona: ma tu non puoi vederla.
- E perchè? Divoro forse le donne io? o sono un così spaventoso spauracchio da farle partorire se sono incinte, o un brigante da rapirle se sono vergini?
- No, ma essa non riceve in questo momento.
- Aspetterò riposandomi, perchè, amico mio, io vengo da lontano.
- Non è questione d'ore. La mia padrona è stata colpita da una disgrazia e muore di dolore.
- Diamine! ragione di più per presentarmi; un po' di distrazione la solleverà forse dalla sua tristezza.
- To'! difatti, potresti aver ragione. Ma non so se codesta distrazione le possa andar a genio.
- È giovine la tua padrona? E cosa intendi con questa tua «padrona» anzitutto? Sai che....
- Io sono il suo cane, il cane di questa bella e nobile donna.
- Alla buon'ora! Ebbene, Moab, puoi lasciarmi passare. Una vecchia ti sgriderebbe forse; una giovine, essa pure, se io fossi un vecchio savio, noioso, e di quelli che si mischiano di dar consigli. Io invece ti prometto di ridere.
- Oh! se tu potessi darle un po' di gaiezza, Giuda!
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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