- Se ne ho veduto! Ne ho anzi fatto provvista.
- Per che farne?
- Capperi! per farne di tutto. È il mio commercio.
- Li rivendi dunque?
- No, li do a nolo.
- Ma a che si può impiegare un messia?
- A che? a cento piccole inezie, ed a mille grandi cose. Prima di tutto, fanno dei miracoli.
- Possono essi render dolce la morte a chi la desidera e ha paura di darsela?
- Meglio ancora! risuscitano ciò che è morto.
- Anche un cuore disseccato?
- Questo oltrepassa i loro poteri.
- Ne dubitavo bene, fece Ida sospirando.
- E avevi ragione. Ma c'è un mago che fa ciò che Dio stesso non tenterebbe neppure.
- Come lo chiami tu codesto mago?
- L'amore.
Ida piegò il capo senza rispondere, e vidi un istante dopo caderle una lagrima sulla mano.
- Vuoi tu vedere, nobile signora, il messia che io ho scritturato per venire a far dei miracoli a Gerusalemme?
- Tu l'hai dunque nei tuoi bagagli?
- Lo aspetto fra poche settimane. Ti assicuro che è molto abile. L'ho visto, sabato scorso, invitare il popolo nella sinagoga di Cafarnaum a mangiarlo ed a beverlo, senza scomporsi.
- E l'hanno mangiato?
- Nemmen per ombra. Hanno avuto paura di rompersi i denti: le donne sopratutto sono fuggite serrando il velo sulla loro bocca. Conosci tu Cafarnaum?
- No.
- Ebbene, quelle belle donne, e quel mucchio di pescatori, di conciatori, di marinai, si son posti a gridare: Chi l'avrebbe mai detto che il figlio del carpentiere di Nazareth ci tenderebbe un simile agguato?
- Come si chiama il tuo messia?
- Gesù il Nazareno, figlio di Giuseppe il carpentiere.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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