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      Ida si sollevò sul suo gomito, con aria severa ed offesa, e non rispose.
      - Non aggrottare il ciglio, Ida: non ti parlerò di me. Io non ho cercato conoscerti. Taluni briccioli della tua storia sono giunti fino a me, soli, inattesi. Ne so forse più di te stessa, poichè tu non t'immagini certo neppure d'essere stata venduta per 15,000 sesterzii. Io conosco tuo fratello, e chi t'ha venduta. Sospetto chi fu l'uomo che ti comprò.
      - Tu deliri, esci da qui, gridò Ida.
      - Io non deliro punto, ma continuo. Tuo marito non è morto. Ha un'altra moglie a Roma.
      Credevo di colpirla mortalmente: Ida si coricò lentamente sui suoi cuscini. Ella dunque sapeva tuttociò. Continuai.
      - Sei stata la vittima d'una infame mistificazione: io ti porto la vendetta.
      - Grazie, rispose Ida freddamente, riportala teco.
      Mi ero fuorviato nuovamente. Toccai un'altra corda.
      - Ida, sei sola, e ricca, continuai.
      - T'inganni, interruppe Ida con un ghigno di disprezzo, sono povera. Puoi andartene ora, mi pare, dopo una simile spiegazione.
      - Tanto meglio, risposi. V'è una ricchezza che macchia. Ma dov'è tuo padre? Ov'è tua madre? Ov'è tuo marito? Sono tutti morti per te, o io m'inganno sul loro carattere. A chi dunque indirizzarmi per dire ciò che tu rifiuti d'udire?
      - Ma infine, gridò Ida incollerita, chi sei tu? Cosa vuoi?
      - Chi io mi sia, Moab te lo dirà, tutta Gerusalemme potrà ripetertelo. Ciò che io voglio, non oso dirtelo.
      - E fai bene perchè io non voglio nulla sapere, e nulla intendere.
      - Sei tu libera, Ida?
      - Che t'importa ciò?


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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