Sembrava scoraggiato, profondamente abbattuto. Egli vedeva che bisognava rinunziare per sempre a questa contrada che gli parlava della sua gioventù, della prima epoca della sua missione, profumata dalla memoria della grande fede che vi aveva trovato, di tante belle opere fatte, di tante belle parole dette. Un destino lo spingeva, e lo metteva nell'impossibilità di resistere, di ricalcitrare.
Quando egli disse a Simone di dirigersi verso Bethsaida-Julia, questi gli fece osservare che l'ora era avanzata, che la notte s'appressava e che avendo lasciato precipitosamente Magdala, non avevano preso con loro il pane.
- Che importa il pane? replicò Gesù.
- Bravo, osservò Giovanni indispettito, saremo obbligati d'impastare e di mangiare il pane senza lievito.
Gesù l'intese e gli rispose seccamente:
- Come! ne siete ancora alla preoccupazione dei Farisei e dei Sadducei, il lievito nel pane?
- Sta quieto, rispose Simone piano, toccando del gomito Giovanni; non vedi che è in collera perchè non abbiamo preso il pane?
- Uomini di poca fede! interruppe il Rabbì, seduto alla poppa. Che andate brontolando fra voi per non aver comperato il pane? Quante volte ne avete mancato? Quando io vi parlava del lievito del pane dei Farisei, è delle loro dottrine che io intendeva parlarvi.
Il Rabbì non si fermò a lungo a Bethsaida-Julia, alla sorgente del Giordano. Quivi ancora, egli era troppo vicino; gli echi di Cafarnaum ve lo inseguivano. Egli si sentiva eccitato da una forza invincibile che lo spingeva avanti, a passare, come Cesare, il suo Rubicone.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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