- Addio, mia gioja perduta, addio consolazione celeste, sii felice per sempre!
- Pilato! Pilato! gridò Ida come risvegliandosi di un balzo, ancora una parola, un ultimo bacio. Pilato! ascoltami, Pilato
Pilato era già nella corte ed usciva dalla cinta. Ida corse fino all'atrio, e cadde svenuta nelle braccia del vecchio Thorix, il suo giardiniere gallo.
Dopo quella notte, Pilato non uscì più dalla sua torre, consumato da una implacabile malinconia.
Ida si strusse in lagrime, dopo due giorni di delirio, ed otto di febbre. Noah, Febea, la vecchia moglie del giardiniere, vegliarono giorno e notte su lei. Infine ella si alzò come dal fondo d'una tomba ove aveva lasciato la sua gioja, la sua speranza, la sua gioventù. Il giorno stesso in cui potè dare degli ordini, rese la libertà a tutti gli schiavi di cui Pilato l'aveva circondata, come una piccola regina. Thorix che da trent'anni abitava quella casa, passando di padrone in padrone, attaccato a quella gleba di cui aveva fatto un piccolo paradiso, a quelle piante, a quei fiori, a tutta la creazione che aveva imposta a quelle nude roccie, non volle la libertà, onde non lasciare quel mondo che era nato sotto le sue mani. Febea non abbandonò suo marito. Noah rifiutò di separarsi dalla sua padrona.
Intanto, Ida - continuo a chiamarla così - avendo perduto l'amante, non volle conservarne le reliquie. In questa casa, tutto le ricordava una felicità svanita, un amore che aveva naufragato al primo volo. Ma dove andare? Che divenire? Allora il pensiero di sua madre, della casa di suo padre, brillò come un arcobaleno dinanzi ai suoi occhi.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Ida Pilato Thorix Pilato Febea Pilato Ida
|