Agisco di mia propria ispirazione.
Pilato prese un'aria più fredda, e soggiunse:
- Cosa vuoi dunque?
- Ecco, in due parole: m'occorre una tua lettera ad Ida, nella quale tu, nella maniera più definitiva e più formale, le dichiari che la non debba più pensare a te, perchè tu sei felice con tua moglie.
- Proprio! sclamò Pilato.
- Che la debba maritarsi, se trova uno sposo, e dimenticare il passato.
- È tutto?
- Non ancora. Mi farai poi uno scritto, in nome di Cajus Crispus, che dica ch'egli l'ha ripudiata, e che Ida è libera di convolare a nuove nozze.
- Quante nozze nelle tue parole! Stanno esse soltanto nel tuo discorso?
- No.
- Come no! Ida si mariterebbe dunque di già?
- Non è lei che si marita, sono io che la marito.
- Tu? ma, fulmini di Giove! parla dunque chiaro e presto.
- Io procedo per ordine. Non posso principiare dalla fine.
- Allora?
- Ebbene! Tu sai che Ida non vuole nulla da te, che ti ha rinviato i tuoi schiavi, e che si apparecchia a lasciare la casa che le hai data. Ella inviò Noah presso sua madre a Cafarnaum. N'ebbe in risposta: che non la conoscono più, e che se si arrischia a por piede in quella casa, i suoi fratelli la annegheranno nel lago di Gennezareth.
- Bestie brutali.'
- Cosa vuoi? ci sono dei bruti simili, i quali considerano che l'onore è ancora qualche cosa in questo mondo. Non sei dell'istessa opinione tu, marito di Claudia Paolilla?
Pilato fulminò di uno sguardo il suo insultatore, e non rispose. Moab continuò:
- Tu sai inoltre che Ida è povera, che è giovine e bella, e che, malgrado il tuo contatto, la è una delle più pure figlie d'Israello.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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