Tu non hai mai amato Ida; donde ti viene codesta gelosia?
- Non è gelosia, è nausea. Io vendico la morale.
- Marito di Claudia, ti proibisco di pronunziare codesta parola, parlando d'Ida.
- Che! tu....
- Sei stato un infame, non esser vile.
- Va fuori.... fuori da qui, miserabile furfante
- Sì, uscirò, rispose Moab, ma quando l'avrò vendicata codesta morale, l'onore, il mio paese, ed Ida....
E così dicendo Moab cavò un pugnale e si scagliò su Pilato.
Pilato gettò un grido: cinque o sei soldati si precipitarono nella stanza.
XXI.
Io attesi Moab tre giorni. Non sapevo ch'egli era stato arrestato dopo aver ferito Pilato alla spalla. Non osavo andare a Berachah. Una inquietudine febbrile non mi lasciava decidere sopra alcuna risoluzione. Percorrevo le vie di Gerusalemme dalla mattina alla sera, e dalla sera alla mattina. Justus, che mi aveva evitato fino allora, credendomi istrutto delle sue infamie, ora, più tranquillo, mi seguiva dovunque.
Avevo già visitato Lazzaro quattro o cinque volte, dopo il mio ritorno, per aver notizie del Rabbì di Nazareth. Volevo inviarlo da sua sorella onde intercedere per me; giacchè, certamente, il Rabbì non poteva sperare uno scioglimento più fortunato dalla fatale posizione in cui Ida si trovava. Finalmente, in una corsa fatta un mattino a Bethania, Marta, sorella di Lazzaro, m'annunziò che il Nazareno arriverebbe per le feste del Purim. Mi sovvenni allora della lettera sì pressante di Claudia, ed andai al palazzo di Erode per dargliene notizia.
Ricorderò qui che io non conosceva nulla allora di tutto ciò che ho raccontato di Pilato e d'Ida, e che io credeva sempre che ella fosse stata l'amante di Crispus.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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