- Che abbominevole garbuglio!
- Questo garbuglio però, forma un massa contro Roma. Hanno delle armi, del cuore, della disperazione e della costanza, sono irriflessivi ed atroci.
- Il tuo Rabbì entra dunque egli pure nella politica?
- Per la porta di dietro, ma vi s'impianta come un pilastro.
- Legge egli nel pensiero?
- Io non l'ho veduto leggere che l'ebraico nel Torah, e molto bene.
- Indovina il futuro?
- Non è ciò che è difficile: il difficile è decifrare il passato.
- Compone dei filtri, dei veleni, degli incanti?
- Cosa non si farebbe per te, o Claudia? Chiedimi di servirti una stella stemperata in una coppa d'acqua, ed io te l'appresto.
- E se ti chiedessi di uccidere un uomo?
- E che bisogno hai tu di me, mentre puoi ucciderlo con un solo tuo sguardo? I tuoi occhi sono come quel piccolo pesce del mar indiano, che d'un colpo di pinna sprofonda un naviglio.
Io principiava a dimenticare, in questi scherzi, la mia cupa preoccupazione, quando il nostro conversare fu interrotto dall'arrivo di Pilato. Eccetto il suo pallore, nulla tradiva la ferita che aveva ricevuto da Moab. Avanzò lentamente nella stanza, ed i suoi occhi s'animarono d'una subita luce, vedendomi e riconoscendomi.
Egli credeva sempre che io fossi l'amante di sua moglie. Claudia non fece a lui maggior attenzione che se fosse stato uno dei suoi schiavi.
Pilato le porse una lettera dicendole:
- È di Cesare.
Claudia la prese, la guardò, la riconobbe e la gettò da parte, domandandomi:
- L'è dunque burlesca la vostra festa del Purim?
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Roma Rabbì Torah Claudia Pilato Moab Cesare Purim
|