Mordecai, no.
«Bravo, Mordecai! gridò ancora il popolo, noi andremo a bere alla tua salute.
- Bere e mangiare, se vi piace, interloquì Bar-Abbas, e ancora qualche cos'altro. Non si fa mai abbastanza per un grand'uomo.
«La nostra legge ingiungeva a Mordecai di non adorare che Dio, continuò il sheliach. Aman si credette offeso: tanto più che l'audace refrattario era un Ebreo, un prigioniero, quasi uno schiavo. Egli se ne lagnò al re. Dipinse la nostra nazione come perversa, insocievole, nemica di tutti gli altri popoli e di tutti gli altri culti; e lo persuase di sterminarla per la maggior prosperità dei suoi sudditi. - Ma essi pagano un tributo, osservò il re. - Ebbene, rispose Aman, io pagherò quarantamila talenti a vostra divinità. - Il re rifiutò il denaro, e sacrificò gli uomini. Aman decretò, in nome di Artaserse, sovrano di cento ventisette provincie dall'India all'Etiopia, che al quattordicesimo giorno del dodicesimo mese di quell'anno tutti gli Ebrei del suo Stato, uomini, donne, e fanciulli, fossero distrutti.
«Oh l'infame manigoldo di re! urlò la folla.
- Ohe, disse Bar Abbas, rispetto ai re, dunque! Senza di essi, chi potrebbe strozzarvi un poco, eh?
«Il popolo ebreo, tutto intero, stracciò i suoi abiti, si vestì di sacco, si coprì di cenere, proseguì il sheliach. Mordecai parti dalla corte, e si conformò al dolore dei suoi compatriotti. Esther ne venne a cognizione. Ella ordinò agli Ebrei tre giorni di preghiera. Gli Ebrei, a cui ella diede l'esempio, obbedirono e le inviarono una supplica pel re.
| |
Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
|
|
Mordecai Bar-Abbas Mordecai Dio Ebreo Aman Artaserse India Etiopia Ebrei Stato Bar Abbas Ebrei Ebrei
|