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      Il giorno del purim era quello in cui tutte codeste dissolutezze sguazzavano in pompa reale.
      In quel giorno, si sarebbe creduto trovarsi a Roma nella via Sacra, verso l'ora nona. Nulla mancava. Nulla si mascherava, eccetto la virtů per accatastare le briciole delle delizie del vizio. Gli uomini si travestivano da donne, e le donne da uomini, le ragazze da cortigiane, e queste da matrone. Chi aveva qualche cosa da mostrare, la metteva fuori. Chi non aveva di che affusolarsi, si svestiva. Gerusalemme riboccava tutta nelle strade: neppure le madri oneste, e le fanciulle pure restavano a casa. Il pudore diveniva un'impertinenza, un'offesa a Dio. Il Tempio si dava allo sciopero; poichč preti e leviti, membri del Gran Consiglio e del sanhedrin97, Simeon, Gamaliel, Caifa stessi, lo stesso Hannah, potevano mascherarsi senza infamia da giocolieri, da istrioni, da maghi, da pontefici idolatri, da becchi, o da buoi, a loro talento.
      I bagni pubblici, le stufe, le osterie, gli alberghi, le botteghe dei fornaj, dei beccaj, dei rosticciaj, dei barbieri, dei profumieri, residenze ordinarie della prostituzione, issarono, dall'ora nona, l'insegna di orribili Priapi, e misero delle lanterne a forma di mostruosi phallus. Le cortigiane non erano in tal giorno obbligate a mostrarsi in parrucca bionda, in coculla, o con un pezzo di stoffa di oro sul seno - secondo l'editto degli edili romani, portatoci dai procuratori. Potevano, se loro piaceva, adornarsi della stola, delle bende bianche, e degli stivaletti rossi delle matrone romane.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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