Dapertutto lo schiamazzo; canti a tutti gli angoli delle strade; dei motti allegri o lubrici in tutte le bocche; dei desiderii in tutti gli sguardi, ma anche l'elemosina in tutte le mani. C'incontrammo con Bar Abbas, che arringava in mezzo ad una folla immensa.
- Non vi spaventate, ragazze mie; io sono modesto; venite da me, gravi mamme, io sono discreto; avvicinatevi, le mie vecchie, se la vostra borsa è pregna e ha voglia di partorire, io sono un gaio compare; e voi altri, branco di canaglie, vecchi libertini, preti modesti, gravi farisei, dissoluti avariati, baldracche da elefanti, avanzate pure, io non aggrotto le ciglia, sono un buon diavolo; pennone al vento, ma silenzioso e perseverante. Cosa vi occorre? via, adoratemi un po', io sono quegli che crea e quegli che disfà.
Vedendoci passare, Bar Abbas98 interruppe la sua allocuzione che io ho resa più modesta. Gli si gittavano degli aranci, della poma, dei torsoli di cavolo. I ragazzi mettevano dell'esca accesa sotto la coda del suo asino, e lo facevano sgambettare come cinquanta istrioni.
- Figli della prostituzione, continuava, lasciate dunque che mi avvicini a quella compagnia di scapati che va non so dove, a papparsi una festa senza di me. Senza di me! e ci sarebbe una festa a Gerusalemme, senza Bar Abbas? Tò! tò! anche mio nipote? Orsù! mucchio di botoli, lasciatemi passare.
Ma essi s'erano attaccati alle sue gambe, alle orecchie ed alla coda del suo asino.
- Dammi una chicca, barbiere della regina Saba, l'apostrofava una ganza dalla gialla mitra persiana.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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