- Quanto ti dette Pilato, allorchè gliela consegnasti?
- Anzi tutto, egli la prese, e non fui io che gliela consegnai, perocchè ciò avrebbe aumentato il prezzo. Ma quel furfante non si fece vedere nell'affare, perchè ciò altresì avrebbe rincarito il mercato. Fece comparire un ufficiale di non so qual legione, ciò che mi rese più alla mano. So che quei ribaldacci non sono mai ricchi, neppur dopo un saccheggio.
- Insomma?
- Insomma.... Bisogna dirti proprio la verità, eh!
- Senza dubbio, non siamo mica al mercato qui.
- Nè al Tempio. Ebbene, egli mi diede trenta mila sesterzii. Ed ancora, quel mariuolo di Cneus Crispus, sono sicuro, me ne rubò dieci o quindici mila.
- Te ne do altrettanti: conducimi qui tua nipote.
- Pubblicamente?
- Imbecille!
- Allora, principe mio, non ci siamo mica ancora.
- In che?
- Nel prezzo, per Dio!
- Sei tu che l'hai fatto.
- A quel tempo, sì: ma adesso la cosa è differente. Prima di tutto tu non calcoli i miglioramenti: due anni d'educazione e di esperienza che la tosa ha ricevuto da uno degli eleganti della corte di Tiberio, di cui un poeta cantava: tergo foemina, pube vir est. Ciò si paga. Tu sei un principe. L'altro era un soldataccio. A quell'epoca, Ida dimorava nella mia casa, ora sta nella sua, è libera. Può chiudermi la porta sul viso, se le aggrada.
- Quanto vuoi dunque?
- Ida ora si è sviluppata, ed è più bella che mai. Hai veduto le sue labbra, eh? Se Dio le vedesse, farebbe piovere baci.
- Quanto dunque?
- Da due anni, questo genere è caro sul mercato. Si è obbligati di farne venire dalla Campania, dall'Etruria, dalle Gallie; Sparta dà poco; Atene è esaurita; Tiro spedisce robaccia; Babilonia de' brutti grugni.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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