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      - Tocco di birbo! saresti bene in trappola se io mi fossi un re, poichè ti farei appiccare come un gufo alla soglia della porta. Va, di' alla tua padrona che un amico del sagan deve parlarle a nome del Rabbì di Nazareth.
      Bar Abbas aveva trovato il suo eureka. Con questi due nomi, era sicuro sfondare la porta, benchè il vecchio Gallo non ne sembrasse per nulla ammaliato. Fu d'uopo però attendere che Ida, ancora spossata, si levasse.
      Quando Noah vide il grugno del messaggiero, la fece una smorfia che diede a riflettere a Bar Abbas.
      - I miei quaranta mila sesterzii sono in pericolo, con questa volpe piccina, pensò egli.
      Ida lo fece entrare nulla ostante.
      Bar Abbas si atteggiò a modi di non dubbia autorità, quasi di parente che ha diritto di occuparsi della sorte del suo parente minore. Ida gettò un grido vedendolo e riconoscendolo. Ordinò quindi a Noah di restare presso di lei.
      - Che vieni a far qui? sclamò essa.
      - Dopo la scena di ieri, avresti dovuto stupirti piuttosto se io non fossi venuto, io, il marito vedovo ed inconsolabile della sorella di tua madre.
      - Non invocare quei nomi, gli ordinò Ida. Tu! tu non sei che l'infame venditore di tua nipote. Vieni forse a vendermi di nuovo?
      - Cominci male, figliuola, e non m'incoraggi certo a renderti servigio, ingiuriandomi.
      - Tu non hai che un solo servigio a rendermi, ripetè Ida con disprezzo; uscire di qui.
      - Potrei stabilirmi qui, fino a che tu ci resti, o condurti con me, fino a che i tuoi fratelli o tua madre ti reclamassero. Ma non voglio contrariarti.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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