Principiava a credere a Bar Abbas; ma l'attestato che egli chiedeva ad uno sconosciuto le fece l'effetto di una commedia tra compare e ciarlatano. Li sospettò ambedue. Gli era proprio ciò che voleva Bar Abbas onde deciderla a rivolgersi al sagan per sapere la verità. In fatti, Ida gli disse:
- Vi ringrazio dell'interesse che prendete per mio fratello. Io sono una povera donna isolata, e non posso nulla fare per lui. Dio lo proteggerà, se cammina nella sua strada. Addio.
Così dicendo Ida si alzò ed uscì. Noah indicò la porta a Justus ed a Bar Abbas che non se lo fecero ripetere due volte. Però, quando furono sulla strada, Justus si fermò, e guardando fisso negli occhi Bar Abbas gli chiese:
- Per chi lavori tu?
- E tu? rispose Bar Abbas.
- Io? pel meglio del mio amico Giuda.
- Nobile cuore! sclamò Bar Abbas; ed io per tuo zio Hannah.
Justus tacque, e lasciò Bar Abbas ammirare tranquillamente da solo le singolarità del paesaggio durante il cammino.
Ida, dal canto suo, appena rientrata nella sua stanza da letto, raggiunta da Noah, non si fermò a lungo a riflettere. S'avviluppò in ampia stola che la coprì da capo a piedi, e facendo segno a Noah di seguirla, uscì. Ma prima di partire, diede ordine a Thorix di riportarmi i regali che le avevo mandati la vigilia, poi di aspettarla sulla strada, ai piedi del monte degli Ulivi.
Precediamola.
XXIV.
Il Rabbì di Nazareth era venuto a Gerusalemme in una disposizione di spirito diametralmente opposta a quella in cui l'avevo lasciato a Cafarnaum. Il rapido giro ch'egli aveva fatto nelle Provincie non ebree, gli aveva aperto gli occhi su quell'orrore pei Romani, di cui io credeva animato il popolo Israelita.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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