Pagina (375/551)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il Rabbì non mi disse verbo pertanto nè del suo cangiamento interno, nè delle sue disposizioni aggressive. Non lo seppi che troppo tardi, ahimè! quando un seguito d'imprudenze aveva reso il male irreparabile, ed il rimedio impossibile. Poi, altre complicazioni vennero a precipitare la catastrofe.
      Così, dall'indomani del suo arrivo, il giorno stesso del Purim, mentre Gerusalemme guazzava nelle orgie dei suoi saturnali, il Rabbì di Galilea principiava la sua gran battaglia sotto il portico di Salomone nel Tempio. Quando arrivai per vederlo ed invitarlo alle mie nozze, lo trovai circondato da popolo, da leviti, da scribi, sofisticando con un astuto rabbino che gli aveva chiesto:
      - Cosa devo fare per avere una particella nell'eredità della vita eterna?
      - Ciò che è scritto nella legge, rispose Gesù; l'hai tu letta?
      - È il mio mestiere.
      - E cosa vi hai letto?
      - Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo spirito, ed il tuo prossimo come te stesso.
      - Ebbene, replicò il Rabbì, fa tutto ciò e vivrai.
      - Facile a dire, e ad ordinare, riprese il rabbino; ma in pratica la cosa s'imbroglia. Chi è il mio prossimo?
      - Ascolta, rispose il Rabbì. Un certo uomo, scendendo da Gerusalemme a Gerico, cadde in mezzo a dei ladri, che lo spogliarono di tutti i suoi vestiti, lo ferirono, e partendo, lo lasciarono mezzo morto.
      - Ciò avviene sovente, interruppe il rabbino. La colpa è dei nostri padroni, che ci mettono delle taglie pesanti per difenderci, e ci lasciano in balia degli assassini.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Rabbì Purim Gerusalemme Rabbì Galilea Salomone Tempio Gesù Dio Rabbì Rabbì Gerusalemme Gerico